La chiesa di Santo Stefano Rotondo, del V secolo, è dedicata allo stesso Santo protomartire e sorge sul colle più alto di Roma, il Celio. La basilica paleocristiana è, per la comunità ungherese di Roma, uno dei siti più importanti, sin dal 1454, quando fu affidata da Papa Niccolò V agli eremiti dell’ordine paolino ungherese che dedicarono il suo altare maggiore in onore alla Vergine Maria e, tra gli altri, ai re Santo Stefano d’Ungheria e San Ladislao, oltre al principe Sant’Emerico. Le tombe del confessore ungherese János Lászai e degli eremiti, testimoniano ancora oggi questo periodo. In seguito, nel 1580, Papa Gregorio XIII la donò all’istituto unificato dei gesuiti, il Collegium Germanicum et Hungaricum, ancora oggi a loro appartenente. Santo Stefano Rotondo fu anche la chiesa titolare del Venerabile Cardinale József Mindszenty (†1975), arcivescovo di Esztergom e primate d’Ungheria. Nell’anniversario della sua morte, la comunità ungherese di Roma ogni anno lo commemora proprio qui e prega per la sua beatificazione.